domenica 19 gennaio 2014

Etica o estetica?

Da parecchio tempo assisto a dibattiti sempre più accesi sull'utilità o meno della sperimentazione animale, con posizioni che spesso, troppo spesso, divengono totalitarie e estremiste.
Ognuno è libero di avere la sua opinione e, per carità, di esprimerla. Ma, come in ogni circostanza, prima sarebbe il caso di informarsi bene e, soprattutto se ci si vuol fare portavoce di una posizione rispetto a un'altra, dalle fonti giuste.
Ora mi interessa in particolar modo parlare dei cosmetici.

Numerosi articoli presenti in rete, purtroppo, invece che informare adeguatamente i lettori, citando quantomeno le fonti da cui traggono le informazioni (sarebbe un lavoro troppo complicato), preferiscono far leva sull'emozionalità.

Capita quindi di trovarsi di fronte ad articoli costruiti al 95% da un copia-incolla (qui) che risale almeno a dieci anni fa (qui , ma non sono sicura che sia la fonte originale) che incitano al boicottaggio delle multinazionali, perché "Gli animali muoiono a migliaia e moltissime persone non sono al corrente di questa carneficina" : è vero, poi conta relativamente poco il fatto che migliaia di uomini vengano sfruttati dalle stesse multinazionali e muoiano per gli stessi identici motivi di profitto.......


http://difesasperimentazioneanimale.wordpress.com/2012/08/27/linganno-animalista/

Capita di trovare articoli contro la sperimentazione, che presentano foto di animali torturati da cinici scienziati, che purtroppo però non hanno nulla a che vedere con la sperimentazione. Rimando direttamente a questo link, che spiega in maniera efficace la differenza (gli esempi sono tantissimi, basta utilizzare la funzione di ricerca del browser).

L'11 marzo 2013 è entrato in vigore in Europa il divieto di commercializzare prodotti cosmetici testati su animali. Il divieto riguarda sia il prodotto finito sia i singoli ingredienti prodotti dopo tale data. Certamente è un bel traguardo. Ma ciò non toglie che possano essere utilizzati ingredienti prodotti in precedenza (e quindi testati su animali) o ingredienti che non siano ad esclusivo uso cosmetico (lo si potrebbe utilizzare, per esempio, a scopo alimentare - quindi soggetto a test su animali - e poi inserirlo nei cosmetici).
Allora?

Nella difesa dei diritti degli animali un'importanza fondamentale ha il marketing, o business.
Numerosi siti web non mancano mai di ricordare come siano importanti i bollini

Lo conoscete questo? E' leaping bunny, l'UNICO marchio che certifica che un prodotto è cruelty free (anche se ormai, dall'11 marzo 2013 lo sono tutti), poiché si ottiene solamente rispettando lo Humane Cosmetics Standard e pagando la licenza d'uso in percentuale rispetto al fatturato (????????). Tutto chiaro, no? 
Se paghi ti diamo il marchio, sei felice tu, sono felici i coniglietti e sono felici anche i consumatori, altrimenti sei uno schifoso assassino. Qui tutte le info. 

Ci sono altri marchi "certificanti" come questo per cui vi rimando direttamente al sito e vi farete le vostre idee.



Mi sembrano entrambe iniziative COMMERCIALI


Per ciò che mi riguarda, capisco che sfruttare altri esseri viventi per la nostra sopravvivenza è inevitabile, del resto è la natura che agisce secondo questi meccanismi. E poiché la cosa non mi piace per niente, tento di ridurre questo sfruttamento. In primo luogo cercando di produrre da me tutto ciò che posso, ed evitando il più possibile quei prodotti che danneggiano sia l'uomo (in primis), l'ambiente e gli altri esseri viventi. Non in maniera cieca. Infine mi (vi) chiedo: la battaglia per l'utilizzo dei cosmetici è etica o estetica? 

Chi non vive (e subisce in qualche caso, ma sono le regole del gioco) a contatto con la natura, chi non vede i suoi meccanismi giornalieri, chi non si pone mai domande, non arriva a capire che siamo fatti della stessa natura delle cose, e il rispetto per gli esseri viventi (non solo per gli animali) va ben oltre le campagne animaliste. 
L’ipocrisia del dolore: convincersi che eliminando il dolore arrecato dalla morte di un animale, si possa cancellare dalla nostra coscienza il dolore del mondo.







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